Mino Maccari (1898 – 1989), scrittore, pittore, incisore e giornalista.
Partecipa alla marcia su Roma del 1922. Nel 1924 viene chiamato da Angiolo Bencini a curare la stampa della rivista Il Selvaggio, dichiaratamente fascista intransigente, rivoluzionario e antiborghese, Nel 1928 è l'autore del piccolo libro pubblicato da Vallecchi (Firenze), Il Trastullo di Strapaese (canzoncine e legni incisi) che raccoglieva canzoni fasciste (lo stesso libro verrà sequestrato più volte ad Antonio Gramsci durante la sua detenzione). Ma il fascismo rivoluzionario e antiborghese avrà vita breve e, conquistato il potere, Mussolini imporrà la normalizzazione.
Maccari darà quindi una svolta all'indirizzo del suo periodico, puntando sul terreno culturale. L'articolo di fondo intitolato Addio al passato inaugura il nuovo indirizzo del Selvaggio, una rivista che deve ora dedicarsi all'arte, alla satira e alla risata politica, seguendo una tradizione paesana e beffarda all'apparenza ma in realtà sottilmente colta.
Caporedattore, dal 1933 de La Stampa di Torino, diretta da Malaparte, è tra i protagonisti della vita culturale del ventennio, scrive e collabora a diverse riviste: Quadrivio, Italia letteraria, L'Italiano e Omnibus di Leo Longanesi; ancora, durante la guerra, a Il Primato di Bottai e, successivamente a Il Mondo di Pannunzio, e a Documento di Federigo Valli. Vasta anche la sua produzione grafica: l'Album di Vallecchi (1925), Il trastullo di Strapaese (1928), Linoleum (1931). Maccari illustra nel 1934 La vecchia del Bal Bullier di Antonio Baldini e nel 1942 pubblica la cartella Album, cui seguono Come quando fuori piove e Il superfluo illustrato. Vince il Premio Feltrinelli per la Pittura nel 1963.